Il senso biliardesco del chihuahua

Amadeus Pool Dog

Il mastino morde gli stinchi del malvivente, il bracco riporta l’anatra impallinata, il terrier divora il topo eccessivamente incauto. Ogni essere canino tende ad avere una mansione perfettamente definita, tranne lui: il chihuahua. Diretto discendente del beniamino preferito dai grandi sacerdoti della civiltà tolteca, questo quadrupede dall’abbaio penetrante è da sempre in cerca di una vocazione davvero sua, in grado di renderlo speciale. Oggi, grazie al piccolo Amadeus, mascotte di una sala da biliardo della città di Washington, sembra averla finalmente trovata. Giocare meglio del signor Quindicipalle.
Certe specie di animali, osservate dalla confortevole distanza della civiltà urbana, tendono a diventare la personificazione di particolari doti o virtù. La volpe, ad esempio, è furba e così via… Le loro strette nicchie evolutive li hanno predisposti a rivestire quel particolare ruolo, ancor più enfatizzato, ai nostri occhi, dalle generalizzazioni perpetrate nei libri di autori fiabeschi o letterari. Molto più difficile, invece, è ridurre ad antonomasia le bestie che vivono a più stretto contatto con noi. Ciascun cane, gatto, uccello e pesce rosso può assorbire, come una spugna, le prerogative domestiche della sua famiglia adottiva, diventando così un qualcosa di ben più complesso e stratificato della sua ipotetica controparte naturale. Un gatto di casa non ha molto a che vedere con quello che, quotidianamente, viene incoraggiato dai suoi padroni a girare libero per il quartiere. Il pappagallo di un pub inglese impara a tenere il punteggio delle freccette, mentre il merlo indiano del benzinaio saluta il cliente quando sente accendersi un motore. Una munifica carpa koi non si accontenterà, il più delle volte, del mangime economico comprato in un centro commerciale. In nessun caso, poi, tale diaspora dei tratti innati è più evidente che nell’animale cane. La ragione, secondo i recenti studi di alcune università statunitensi, sarebbe da ricercarsi in una dote particolare del suo codice genetico…

ysdpzk1

La classificazione inventata da Linneo, ancora oggi alla base del metodo scientifico applicato allo studio della natura, prevede che esista una divisione in classi articolata su più gerarchie. I due regni in cui si divide il mondo degli esseri viventi raccolgono, rispettivamente le macro-distinzioni dei phylum, delle classi e dei vari ordini delle piante e degli animali. Scendendo nello specifico, poi, ci si ritrova fra i gruppi tipologici, molto più simili tra loro, identificabili con i termini di classe, famiglia e specie. Ciascuno di essi tuttavia, come quasi sempre avviene al di fuori del reame astratto delle scienze matematiche, non è in alcun modo simmetrico e regolare rispetto ai suoi vicini. Perché il problema, fondamentalmente, è questo: in certi casi bastano differenze minime nella conformazione dei gusci di due tartarughe, perché queste appartengano a ordini, o persino phylum differenti. Ma esiste un solo canis familiaris, il migliore amico dell’uomo, unico e indiviso. Amadeus, con tutta la sua maestria biliardeggiante, appartiene (incredibilmente) alla stessa specie di un imponente rottweiler o uno svettante alano. Il suo codice genetico, in effetti, è quasi identico. Prima dello studio americano del 2010 denominato CanMap, finalizzato alla mappatura del genoma canino, non era chiara la ragione. Semplicemente, osservando l’evidenza, sapevamo che le innumerevoli generazioni passate dall’ancestrale addomesticazione del lupo ne avevano generato,  attraverso secoli di incroci realizzati ad arte, centinaia di versioni differenti.  Tanto che ci era servito un concetto di “razza” canina per distinguerle l’una dall’altra, benché fossero tutte espressioni della stessa specie.

poolOggi sappiamo la verità. Il cane domestico ha quella caratteristica definita in sede colloquiale come slippery genome, (genoma scivoloso) che può portare all’estrema diversificazione di forme e comportamenti, anche a seguito di variazioni quasi impercettibili del suo DNA. Per questo abbiamo cani alti, bassi, larghi, lunghi, svegli, nevrotici o sonnolenti: Fido è si evolve davvero molto velocemente, quasi come fosse uno degli X-Men. Le uniche altre specie viventi in cui è stata rilevata questa caratteristica sono, ad oggi, la mosca della frutta e i funghi eucarioti del lievito del pane. L’uomo preistorico, cacciatore semi-nomade, e i suoi discendenti stanziali coltivatori della terra, questo non potevano saperlo. Eppure seppero individuare nei quattro-zampe di allora un potenziale, valido alleato.
Lo stesso, probabilmente, deve aver fatto il padrone della sala da biliardo con il suo splendido chihuahua. Nella storia del cinema abbiamo assistito più volte alla famosa truffa che consiste nel perdere volutamente contro un pessimo giocatore, per fargli raddoppiare la posta in gioco e poi, a sorpresa, rivelarsi come dei veri campioni della stecca.
Con Amadeus nascosto nella borsa, da tirare fuori e mettere sul tavolo nel momento della verità, non servirebbe nemmeno l’uso della stecca. Purché lui, preso dall’entusiasmo, non imbuchi troppo presto la sospirata palla 8.

1 commento su “Il senso biliardesco del chihuahua”

Lascia un commento