Lo Scarabeo Tartaruga d’oro, re degli insetti

Golden beetle 3
Via

Nell’Epoca Antica, lo scarabeo dominava il mondo. Protettore del sommo faraone, accompagnava la sua anima nell’aldilà. Come talismano, in terracotta smaltata o metalli e pietre preziose, allontanava la sventura. Il sole sorgeva ogni giorno grazie alla più sacra esponente della sua specie: la dea del mattino, Khepri, usava infatti le sue zampe d’insetto per far rotolare il disco di Ra fuori dall’oltretomba, come succede, in senso certamente più prosaico, con la sfera di sterco e uova eternamente trasportata in giro dai suoi cugini terrestri, i coleotteri scarabaeus sacer. Tali creature, grazie alla loro ricca storia iconografica, rientrano ancora tra le tipologie più famose e celebrate fra tutti gli insetti. E questo nonostante lo scarabeo più bello del mondo, strano a dirsi, sia anche estremamente poco conosciuto.

Golden beetle 2
Via

Charidotella sexpunctatain effetti, il più delle volte non ci tiene a dare nell’occhio. Nasce da un uovo bianco nascosto sotto una foglia, inizialmente con l’aspetto di una minuscola larva spinosa. Nel giro di qualche ora si ricopre di escrementi. Vive nutrendosi delle foglie delle convolvulacee o di patate dolci, che consuma voracemente, ma non in quantità tale da potersi considerare un pericolo per il raccolto. Raggiunta l’età adulta (nel giro di circa 40 giorni) misura tra i 5 e i 7 mm e appare non dissimile da una grossa coccinella, con il corpo arancione e i puntini neri. Poi, in primavera, per motivi largamente ignoti, compie la sua incredibile trasformazione: gli strati esterni del suo corpo diventano trasparenti e si verifica un’alterazione del grado di umidità presente nel suo esoscheletro. L’effetto sul suo aspetto, trasformato istantaneamente in un magico gioiello, ricorda da vicino il tocco mitico di Re Mida. 

Golden beetle v1

Si tratta di un’insetto dell’ordine dei coleotteri, largamente diffuso nel Pacific North West degli Stati Uniti, eppure non originario di quei luoghi. Tutt’ora nessuno sa quando, o per opera di chi, la sua specie sia stata introdotta nel suo ambiente naturale, e la stessa classificazione scientifica è avvenuta in tempi relativamente recenti. Il suo stato larvale, documentato in questo video del canale TerraNaturalist, impiega un meccanismo di difesa dai predatori particolarmente originale: usando un’apposita appendice, l’insetto si ricopre dei suoi stessi escrementi. Questi poi, una volta induriti, vengono impiegati come una sorta di scudo mobile, sollevato a piacimento per spaventare o confondere i suoi predatori naturali, principalmente vespe e mosche parassite.

Golden beetle v2

Una volta cresciuto, lo scarabeo tartaruga d’oro abbandona tali strategie di difesa: si ritiene, infatti, che la sua particolare colorazione sia sufficiente a scoraggiare eventuali attacchi nemici, poiché ricorderebbe per consuetudine l’aspetto tipico degli animali velenosi. I primi entomologi che cercarono di catturare ed esporre in un quadro uno di questi insetti scoprirono, con loro estrema sorpresa, che al momento della morte l’insetto perde la sua colorazione dorata, tornando una semplice coccinella. L’ennesima dimostrazione, forse, della legge cosmica del karma.
Questa fantastica creatura non è particolarmente significativa da un punto di vista agricolo o ecologico: non causa danni, non è a rischio di estinzione e viene spesso dimenticata dagli annali e dai libri di scienza. A maggior ragione, dunque, merita un posto d’onore presso la nostra coscienza digitale collettiva.
Benvenuto su Internet, aureo scarabeo.

Golden beetle
Via

Lascia un commento