Giro di vite contro i babbuini

Chacma Baboons

L’uomo moderno, così racchiuso tra il ruvido cemento e il duro vetro, ha ormai ben pochi punti di contatto con la forza del precipuo pathos. Con quel fluido che affiora lieve, dal regno incontenibile delle apprensioni. Possibile una simile emergenza? Il tetto è solido, l’acqua è pura. La bolletta, se pagata, toglie la paura. E pure gli escrementi. Finché, come in banana meccanica di Stanley K, un -qual-cosa- irrompe da quel flebile confine, con un piano troppo chiaro a tutti quanti: lasciare il drugo segno della sua insolenza. Facciamo qualche esempio! Termiti che rosicchiano le fondamenta. Formiche, in cerca di briciole sul pavimento. Topi che strisciano nella dispensa e poi…Mosche ronzanti, presagio di funeste persuasioni. Latrici di un messaggio vano: “Fuggi, finché sei tempo, è arrivato il giorno lungamente atteso”. Di rivincita. Del selvatico che avanza, ovvero: la truppa del tremendo babbuino. Un gran divoratore, che davvero non capisce due concetti, sopra tutti gli altri: a che serve lo scarico del bagno, come usare lo sciacquone. Il mondo intero è il suo WC.
Questo video è stato registrato presso Betty’s Bay, ridente centro abitato di poco più di mille abitanti sito ad appena 93 Km da Città del Capo. Lontano il giusto, mai isolato, dai patémi della grande capitale. Che però conosce un altro tipo di disgrazie, ovvero faticose convivenze. Siamo, dunque, in una celebre località turistica dal clima mite, presa fra le limpide acque della costa dell’Overberg e le verdeggianti colline ai margini del Kogelberg, catena montuosa libera e incontaminata. I pastori vi pascolano le proprie capre, una mattina dopo l’altra, riportandole indietro sul finir del pomeriggio, quasi sempre. Se non sparisce qualche cucciolo, altrimenti…Già sappiamo chi è il colpevole. Del marcio si aggira per i ripidi sentieri e le irte mulattiere. Eccone la prova, registrata gentilmente da BC Stargazer, quindi esposta al pubblico ludibrio. Vostro onore, il colpevole è…

Narrano le cronache, che un tempo le cinque tribù dei babbuini, come fiero popolo zannuto, formassero le varie parti di una singola nazione. E che un’intero continente occupassero costoro, dal Corno fino al tiepido Mediterraneo, dalla savana alle piramidi, dal Nilo Azzurro al Niger. E che in certi mausolei puntuti, pelosi ambasciatori vi prendessero dimora, per i remoti secoli e l’eternità. Fu questa l’epoca dell’Oro, dei Primati e delle Protoscimmie.
C’era uno scriba tra gli abitatori dell’antico Egitto, che di nome faceva Toth. Era l’arbitro delle questioni dinastiche, lo storico supremo, il creatore del calendario, nonché l’unico censore dei potenti faraoni. Aveva un corpo umano e la testa di un uccello pescatore. Ma essendo inconoscibile e praticamente onnipotente, costui, un giorno diventò…Tutt’altro. Almeno, se crediamo alle testimonianze di chi c’era, ovvero a tutti coloro, tra i seguaci di quel dio ancestrale, che lo seppero raffigurare nella pietra. Ricreandolo, a volte come versione antropomorfa del pennuto threskiornis aethiopicus, altre con la tipica corona irsuta, il muso da lupo satanico ed un sedere prominente, stemma del più nobile dei babbuini: papio hamadryas, molosso dei cercopitechi.

Hamadrian
Hamadryas,Via

In molti hanno parlato dei presunti punti di contatto tra gli Egizi e le civiltà di mondi non umani. Nessuno conosce la suprema verità, se non per il tramite di geroglifici e scultura funeraria, testimonianze assai difficili da interpretare. Una cosa, in ogni caso, è certa: i loro dei, dalla testa di animali, presentavano un aspetto ibrido, perché facevano da tramite con qualche cosa. Qui ed altrove, fino all’oltretomba e in luoghi ancora da venire; c’era, in questo tòpos, il segno di un concetto di armonia. Destinata a durare, almeno fino a quando lì giunsero, per l’umana volontà, quei due prìncipi dei materiali protettivi: cemento e vetro, delle case e delle cose. Seguiti dallo scarico del bagno, tanto avverso alle creature irsute.
Il babbuino hamadryas, ormai separato dai suoi simili, a quel punto non venne più considerato degno di venerazione. I suoi cugini restarono divisi, disseminati per il vasto continente: il papio papio dell’Africa Occidentale, il papio anubis, dal nome carico di sottintesi, papio cynocephalus dal giallo manto e soprattutto papio ursinus, anche detto il babbuino di Chacma, lo stolido protagonista del video di apertura. Una specie niente affatto in via d’estinzione, benché minacciata per via della deforestazione, e che anzi dilaga nel suo territorio patrio, il piacente Sudafrica di Betty’s Bay. Scimmia dalla stazza non indifferente: fino a 45 Kg, per 84 cm d’altezza. Immaginatevi a trovarvelo in cucina, come capitato in questo caso.
Chissà chi punirebbe Toth, giudice supremo, tra i babbuini invasori della casa e i proprietari della stessa, occupatori successivi del selvaggio suolo. Le scimmie furono le sue seguaci, come, del resto, lo erano gli uomini di un tempo antico. Magari darebbe la colpa alle circostanze. Dell’inarrestabile modernità.

Chacma
Chacma, Via

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